Discorso di Pericle agli Ateniesi: un messaggio di libertà e democrazia

discorso di pericle

“L’Epitaffio di Pericle” noto anche come “Discorso di Pericle agli Ateniesi” figura tra i discorsi celebri della storia, si tratta di un’orazione funebre dedicata ai caduti della guerra del Peloponneso. Il discorso pubblico è datato 431-404 a.C, alla fine del primo anno della guerra del Peloponneso. Conoscere il passato è fondamentale per condurre un’esistenza pienamente consapevole. La storia ci aiuta a non commettere gli errori di chi ci ha preceduto, ma ci offre anche tanti esempi positivi da cui prendere spunto. In questa categoria rientrano anche le parole, scritte o tramandate oralmente. 

Nel testo seguente possiamo evidenziare concetti come democrazia, merito, libertà e rispetto. Valori che cerchiamo di inseguire tutti noi anche nella società moderna. Un chiaro esempio dell’eterna influenza esercitata dal passato, che è sempre in grado di ispirarci, aiutandoci in qualche modo nella nostra quotidianità. Vi lasciamo alle parole di Pericle agli ateniesi: ecco il celebre discorso di Pericle agli Ateniesi.

Epitaffio di Pericle (Discorso di Pericle agli Ateniesi)

Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.