Frasi sulla Pasqua di Papa Francesco: le 40 più belle

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Con questa raccolta di aforismi, scopriamo insieme le più belle Frasi sulla Pasqua di Papa Francesco. Frasi intense, dolci, religiose, profonde, perfette per rappresentare tutto ciò che la Pasqua simboleggia per un credente. Con la guida di Papa Francesco, grazie alle frasi più significative estrapolate dai suoi discorsi, che possiamo ricondurre alla Pasqua.

Frasi sull’amore, il sacrificio, il rispetto, la fede, la povertà e il perdono. Frasi che parlano di valori cristiani e di famiglia. Con la Pasqua onoriamo il sacrificio che Gesù ha fatto per tutti quanti noi, per dimostrarci il suo amore infinito. La Pasqua è il momento per sperare in un futuro migliore, per cogliere il buono che c’è in ognuno di noi. Ecco 40 frasi sulla Pasqua di Papa Francesco.

Citazioni, Aforismi e Frasi sulla Pasqua di Papa Francesco

Si aprono le porte dell’universo, si alza una brezza: è la carezza di Gesù. Un ramo d’ulivo, una colomba bianca e il sorriso del Santo Padre: è Pasqua.

La nostra fede si fonda sulla morte e risurrezione di Cristo, proprio come una casa poggia sulle fondamenta: se cedono queste, crolla tutta la casa.

L’amore è esigente, chiede di impegnare le migliori risorse, di risvegliare la passione e mettersi in cammino con pazienza.

Il comandamento di Gesù che porta in sé tutti i comandamenti è il Comandamento dell’Amore.

Nella Santità della Pasqua, preghiamo per tutti i popoli del mondo. Il Signore ci ha donato la vita di suo figlio che l’ha sacrificata con la morte per l’immenso amore che prova per noi. Gesù è poi risorto regalandoci la speranza.

La nostra tristezza infinita si cura soltanto con un infinito amore.

La mitezza e l’umiltà del cuore ci aiutano non solo a farci carico del peso degli altri, ma anche a non pesare su di loro.

La nostra risurrezione incomincia quando decidiamo di obbedire al comando di Gesù di uscire alla luce, alla vita; quando dalla nostra faccia cadono le maschere – tante volte noi siamo mascherati dal peccato – e noi ritroviamo il coraggio del nostro volto originale, creato a immagine e somiglianza di Dio.

La fede nella risurrezione di Gesù e la speranza che Egli ci ha portato è il dono più bello che il cristiano può e deve offrire ai fratelli. A tutti e a ciascuno, dunque, non stanchiamoci di ripetere: Cristo è risorto!

Il futuro lo fai tu, con le tue mani, con il tuo cuore, con il tuo amore, con le tue passioni, con i tuoi sogni. Con gli altri.

La risurrezione di Gesù non è il finale lieto di una bella favola, non è l’happy end di un film; ma è l’intervento di Dio Padre e là dove si infrange la speranza umana.

[Gesù] Insegnaci che la Croce è via alla Risurrezione. Insegnaci che il venerdì santo è strada verso la Pasqua della luce; insegnaci che Dio non dimentica mai nessuno dei suoi figli e non si stanca mai di perdonarci e di abbracciarci con la sua infinita misericordia. Ma insegnaci anche a non stancarci mai di chiedere perdono e di credere nella misericordia senza limiti del Padre.

Se la Chiesa segue il suo Signore, esce da sé stessa, con coraggio e misericordia: non rimane chiusa nella propria autoreferenzialità.

L’annuncio gioioso della Pasqua: “Gesù, il crocifisso, non è qui, è risorto” ci offre la consolante certezza che l’abisso della morte è stato varcato e, con esso, sono stati sconfitti il lutto, il lamento e l’affanno.

Cari fratelli e sorelle è una grande felicità per me augurarvi una buona Pasqua e dirvi che Cristo è risorto! Vorrei che questo annuncio arrivasse in ogni casa, in ogni famiglia soprattutto dove si soffre di più come negli ospedali e nelle carceri. Vorrei che raggiungesse i cuori di tutti perché Dio vuole diffondere questa buona notizia: Gesù è risorto. Ancora una volta ha vinto l’amore e la misericordia di Dio e c’è speranza per tutti.

La povertà teorica non ci serve. La povertà si impara toccando la carne di Cristo povero, negli umili, nei poveri, negli ammalati, nei bambini.

La Quaresima è un tempo propizio che deve condurci a prendere sempre più coscienza di quanto lo Spirito Santo, ricevuto nel Battesimo, ha operato e può operare in noi. E alla fine dell’itinerario quaresimale, nella Veglia Pasquale, potremo rinnovare con maggiore consapevolezza l’alleanza battesimale e gli impegni che da essa derivano.

Se tu vuoi trovare Dio, cercalo nell’umiltà, cercalo nella povertà, cercalo dove Lui è nascosto: nei bisognosi, nei più bisognosi, nei malati, gli affamati, nei carcerati.

Noi annunciamo la risurrezione di Cristo quando la sua luce rischiara i momenti bui della nostra esistenza e possiamo condividerla con gli altri; quando sappiamo sorridere con chi sorride e piangere con chi piange; quando camminiamo accanto a chi è triste e rischia di perdere la speranza; quando raccontiamo la nostra esperienza di fede a chi è alla ricerca di senso e di felicità.

Cristo è risorto! E noi abbiamo la possibilità di aprirci e ricevere il suo dono di speranza. Apriamoci alla speranza e mettiamoci in cammino; la memoria delle sue opere e delle sue parole sia luce sfolgorante, che orienta i nostri passi nella fiducia, verso quella Pasqua che non avrà fine.

Riconosciamo che Dio non è qualcosa di vago, il nostro Dio non è un Dio “spray”, è concreto, non è un astratto, ma ha un nome: “Dio è amore”.

Ecco che cos’è la Pasqua: è l’esodo, il passaggio dell’uomo dalla schiavitù del peccato, del male alla libertà dell’amore, del bene. Perché Dio è vita, solo vita, e la sua gloria siamo noi: l’uomo vivente.

Per la mentalità mondana, è uno scandalo che Dio sia venuto a farsi uno di noi, che sia morto su una croce! Nella logica di questo mondo, coloro che Gesù proclama beati sono considerati perdenti, deboli. Sono esaltati invece il successo ad ogni costo, il benessere, l’arroganza del potere, l’affermazione di sé a scapito degli altri.

Il nostro destino più vero è essere trasformati dall’amore.

La Pasqua è l’evento che ha portato la novità radicale per ogni essere umano, per la storia e per il mondo: è trionfo della vita sulla morte; è festa di risveglio e di rigenerazione.

Non si può vivere la Pasqua senza entrare nel mistero. Per entrare nel mistero ci vuole umiltà.

L’amore non può sopportare di rimanere rinchiuso in se stesso. Per sua stessa natura è aperto, si diffonde ed è fecondo, genera sempre nuovo amore.

Che cosa significa che Gesù è risorto? Significa che l’amore di Dio è più forte del male e della stessa morte; significa che l’amore di Dio può trasformare la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel nostro cuore.

Accogliamo la grazia della Risurrezione di Cristo! Lasciamoci rinnovare dalla misericordia di Dio, lasciamoci amare da Gesù, lasciamo che la potenza del suo amore trasformi anche la nostra vita; e diventiamo strumenti di questa misericordia, canali attraverso i quali Dio possa irrigare la terra, custodire tutto il creato e far fiorire la giustizia e la pace.

È fonte di autentica gioia riconoscersi piccoli e deboli ma sapere che, con l’aiuto di Gesù, possiamo essere rivestiti di forza e intraprendere un grande viaggio nella vita in sua compagnia.

La Risurrezione di Cristo agisce nella storia come principio di rinnovamento e di speranza. Chiunque è disperato e stanco fino alla morte, se si affida a Gesù e al suo amore può ricominciare a vivere. Anche incominciare una nuova vita, cambiare vita è un modo di risorgere, di risuscitare.

Dio non ci da mai un dono che non siamo capaci di ricevere.

Portate nelle vostre case e a quanti incontrate il gioioso annuncio che è risorto il Signore della vita, recando con sé amore, giustizia, rispetto e perdono!

Vivete intensamente le vostre giornate! Siate saldi nella vostra fede e generosi nella carità verso le persone che incontrate.

Le piaghe di Gesù sono scandalo per la fede, ma sono anche la verifica della fede. Per questo nel corpo di Cristo risorto le piaghe non scompaiono, rimangono, perché quelle piaghe sono il segno permanente dell’amore di Dio per noi, e sono indispensabili per credere in Dio.

Non si può vivere la Pasqua senza entrare nel mistero. Non è un fatto intellettuale, non è solo conoscere, leggere… È di più, è molto di più! “Entrare nel mistero” significa capacità di stupore, di contemplazione; capacità di ascoltare il silenzio e sentire il sussurro di un filo di silenzio sonoro in cui Dio ci parla.

Gesù viene a nascere ancora nella vita di ciascuno di noi e, attraverso di noi, continua ad essere dono di salvezza per i piccoli e gli esclusi.

Dio è amore, e si partecipa alla sua opera quando si ama con Lui e come Lui. 

Lasciamo che lo stupore gioioso della Domenica di Pasqua si irradi nei pensieri, negli sguardi, negli atteggiamenti, nei gesti e nelle parole… Magari fossimo così luminosi! Ma questo non è un maquillage! Viene da dentro!

E tutti, siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono.

La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze.