Le 100 più belle Frasi sull’Italia e sugli Italiani

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Con questa raccolta di aforismi scopriamo insieme le più belle frasi sull’Italia e sugli italiani. Frasi divertenti, ricche di luoghi comuni, ma anche sagge, perfette per sorridere e riflettere sulle peculiaritĆ  della cultura italiana.

L’Italia ĆØ rinomata in tutto il mondo per essere un Paese bellissimo. Abbiamo delle cittĆ  che sono praticamente dei musei a cielo aperto, l’Italia ĆØ storia, arte, cucina, cultura e paesaggio. E poi ci sono gli italiani. Un popolo ricco di contraddizioni, spesso eccentrico, non sempre raccontato al meglio a livello internazionale, eppure siamo noi. A rendere l’Italia cosƬ bella forse sono proprio le sue differenze, con le tradizioni radicate di regione in regione, dal mare alla montagna, dal nord al sud, fino alle grandi cittĆ . Ecco 100 frasi sull’Italia e sugli italiani.

Aforismi e Frasi sull’Italia e sugli Italiani

Gli italiani sono un popolo di sedentari. Chi fa carriera ottiene una poltrona. (Gino Bartali)

L’Italia ĆØ come un carciofo che bisogna mangiare foglia per foglia.
(Carlo Emanuele I di Savoia)

Gli Italiani sono famosi nel mondo per due cose: il Diritto romano, e il diritto d’infischiarsene. (Stellario Panarello)

L’Italia ĆØ il paese dei più furbi. Ieri ero a Roma, sono salito su un autobus e ho timbrato il biglietto: tlic-tlac. Il guidatore si ĆØ girato di scatto e ha detto: Ā«Cosa c… ĆØ questo rumore?Ā». (Beppe Grillo)

Gli italiani si governano da soli. (Alberto Sordi)

Qui è tutto ammirevole, fatta eccezione per il clima morale che fa rammentare di non considerare tutto questo il paradiso. (Madame de Staël)

L’italiano ĆØ sicuro di sĆ© perchĆ© ĆØ irrequieto ed esaltabile, e facilmente si dimentica di se stesso e degli altri. (Lev Tolstoj)

Gli italiani sono cattolici e laici, ma anche ai più laici piace la benedizione del papa. Non si sa mai. (Giorgio Gaber)

Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani. (Massimo d’Azeglio)

Il coraggio intellettuale della veritĆ  e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia. (Pier Paolo Pasolini)

L’Italia, dove il diritto ĆØ nato, ĆØ fra i paesi più incivili del mondo: vi manca, cioĆØ, il senso del diritto. (Curzio Malaparte)

L’Italia sta in piedi perchĆ© non sa da che parte cadere. (Roberto Gervaso)

L’Italia ĆØ un Paese morto. Non ci sono punizioni per chi sbaglia. E non ci sono premi per chi merita. (Piero Angela)

E quest’Italia, un’Italia che c’è anche se viene zittita o irrisa o insultata, guai a chi me la tocca. Guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade.(Oriana Fallaci)

La nostra patria ĆØ vile. (GiosuĆØ Carducci)

Governare gli italiani non ĆØ difficile, ma inutile. (Benito Mussolini)

Questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti, di cognati… (Ennio Flaiano)

L’unica trasgressione possibile nel nostro paese ĆØ l’obbedienza alle regole. (Pino Caruso)

Gl’italiani hanno piuttosto usanze e abitudini che costumi. Poche usanze e abitudini hanno che si possano dir nazionali, ma queste poche, e l’altre assai più numerose che si possono e debbono dir provinciali e municipali, sono seguite piuttosto per sola assuefazione che per ispirito alcuno o nazionale o provinciale.(Giacomo Leopardi)

L’Italia ĆØ un’espressione geografica. (Klemens von Metternich)

E come si potrebbe non amare l’Italia? Io credo che ogni uomo abbia due patrie; l’una ĆØ la sua personale, più vicina, e l’altra: l’Italia. (Henryk Sienkiewicz)

L’Italia ĆØ quel paese dove, se aggiungi dieci cittadini a dieci altri cittadini, non fai una addizione, ma venti divisioni. (Fabrizio Caramagna)

Gli italiani amano le grandi parole e i fatti piccoli. (Vilfredo Pareto)

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello! (Dante Alighieri)

GiĆ  per troppo tempo l’Italia ĆØ stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagl’innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli. (Filippo Tommaso Marinetti)

L’Eldorado ĆØ sulla terra. Con l’Italia si vive come con un’amante, oggi in furibondo litigio, domani in adorazione. (Arthur Schopenhauer)

Gli italiani quando sono in due si confidano segreti, tre fanno considerazioni filosofiche, quattro giocano a scopa, cinque a poker, sei parlano di calcio, sette fondano un partito del quale aspirano tutti segretamente alla presidenza, otto formano un coro di montagna. (Paolo Villaggio)

L’italiano ĆØ un popolo straordinario. Mi piacerebbe tanto che fosse un popolo normale. (Altan)

L’italiano non lavora, fatica. (Leo Longanesi)

L’Italia – direbbe il loro e mio Shakespeare – ĆØ una rosa troppo bella, troppo profumata, per non accogliere nel suo grembo il verme più ripugnante. (Umberto Saba)

L’Italia sta marcendo in un benessere che ĆØ egoismo, stupiditĆ , incoltura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza ĆØ, ora, il fascismo. (Pier Paolo Pasolini)

L’espresso sta all’Italia, come lo champagne sta alla Francia. (Charles-Maurice de Talleyrand-PĆ©rigord)

Apri il mio cuore e vedrai inciso al suo interno, ā€œItaliaā€. (Robert Browning)

L’Italia: culla del diritto e del rovescio. (Curzio Malaparte)

Gli italiani sono un popolo di credenti: a tutto. (Gianni Boncompagni)

Gli italiani non si dividono in furbi e in fessi, sono nello stesso tempo tutti furbi e fessi. (Indro Montanelli)

ƈ ora che gli italiani scendano in piazza a protestare contro se stessi. (Aldo Busi)

Nessuno, come gli italiani, sa organizzare cosƬ bene le tempeste dentro ai bicchieri d’acqua. (Paolo Sorrentino)

Gli italiani lo fanno meglio. (Madonna)

Gli italiani, se ci si mettono di picca, non muoiono neanche se li ammazzano. (Giovannino Guareschi)

L’umiltĆ  ĆØ una virtù stupenda. Il guaio ĆØ che molti italiani la esercitano nella dichiarazione dei redditi. (Giulio Andreotti)

ā€œCredere, obbedire, combattereā€: lo slogan imposto a un popolo che non crede in niente, non sa obbedire, e non vuol combattere. (Roberto Gervaso)

ƈ dall’Italia, che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo perchĆ© vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e d’antiquari. (Filippo Tommaso Marinetti)

In Italia per trecento anni sotto i Borgia ci sono stati guerra, terrore, criminalitĆ , spargimenti di sangue. Ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo, il Rinascimento. In Svizzera vivevano in amore fraterno, avevano 500 anni di pace e di democrazia. E cosa hanno prodotto? L’orologio a cucù. (Orson Welles)

Spesso mi sentivo avvolto dal profumo degli aranci e dei limoni che spirava da quei monti, carezzevole e pieno di lusinghe, come un invito ad andare in Italia. Anzi, una volta, nella luce d’oro del crepuscolo, vidi lui in persona, sulla cima di un monte il giovane dio della primavera, col capo glorioso coronato di fiori e di alloro, gli occhi ridenti: e la sua bocca fiorita gridò: Ā«Ti amo, vieni da me, in ItaliaĀ». (Heinrich Heine)

In Italia la linea più breve tra due punti ĆØ l’arabesco. Viviamo in una rete di arabeschi. (Ennio Flaiano)

Aveva notato che quando due italiani si trovano allo stesso tavolo, avevano la gran voglia di lasciarlo per non sentire più l’altro. (Italo Svevo)

In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti. (Ennio Flaiano)

Italiani: dei buoni a nulla capaci di tutto. (Leo Longanesi)

Gratta un italiano, e troverai un trombone pronto a intonarsi a qualunque fanfara purchƩ faccia molto rumore. (Paul ValƩry)

Una buona parte degli italiani vivrebbe nel fascismo come dentro la propria pelle. Magari dentro a un fascismo meno coreografico, con meno riti, con meno parole: ma fascismo. Un regime che non dia la preoccupazione di pensare, di valutare, di scegliere. (Leonardo Sciascia)

L’Italia? Un paradiso abitato da diavoli. (Henry Wotton)

Tra gli italiani la solidarietĆ  non esiste. Esiste la complicitĆ . (Indro Montanelli)

In Italia si punisce il peccato come se fosse un delitto, e si perdona il delitto come se fosse peccato. (Gaetano Salvemini)

Gl’Italiani hanno voluto far un’Italia nuova, e loro rimanere gl’Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico il loro retaggio; perchĆ© pensano a riformare l’Italia, e nessuno s’accorge che per riuscirci bisogna, prima, che riformare sĆ© stesso.(Massimo d’Azeglio)

Cara Italia, perché giusto o sbagliato che sia questo è il mio paese con le sue grandi qualità ed i suoi grandi difetti. (Enzo Biagi)

L’Italia ĆØ una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranitĆ  appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. (Articolo 1 della Costituzione Italiana)

Provo un incanto, in questo paese di cui non mi posso rendere conto: ĆØ come nell’amore; e tuttavia non sono innamorato di nessuno. (Stendhal)

Che luogo triste ĆØ l’Italia! Un paese piombato nel sonno, e senza alcuna prospettiva di risvegliarsi. (Charles Dickens)

Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio. (Winston Churchill)

Bisogna essere degni del popolo italiano. Non ĆØ degno del popolo italiano colui che compie atti di disonestĆ . I corrotti ed i disonesti sono indegni di appartenere al popolo italiano, e devono essere colpiti senza alcuna considerazione. (Sandro Pertini)

Noi italiani vorremmo fare la rivoluzione col permesso dei carabinieri. (Leo Longanesi)

[Sull’Italia] Conosci la terra dei limoni in fiore,
dove le arance d’oro splendono tra le foglie scure,
dal cielo azzurro spira un mite vento,
quieto sta il mirto e l’alloro ĆØ eccelso,
la conosci forse? (Johann Wolfgang Goethe)

In Italia la questione arbitrale è più importante della questione meridionale.
(Fabio Baldas)

Italiani. Tutti musicisti, traditori. (Gustave Flaubert)

Italia – magnifico paese! Per te l’anima geme e si strugge…
(Nikolaj Vasil’evič Gogol’)

L’Italia ĆØ ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade,
ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole.
OnestĆ  tedesca ovunque cercherai invano,
c’è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina;
ognuno pensa per sĆ©, ĆØ vano, dell’altro diffida,
e i capi dello Stato, pure loro, pensano solo per sƩ. (Johann Wolfgang Goethe)

Io paragono l’Italia con il resto dell’universo, come un magnifico quadro con un muro imbiancato a calce. (Marija Konstantinovna BaÅ”kirceva)

Questo Paese non si salverĆ , la stagione dei diritti e delle libertĆ  si rivelerĆ  effimera, se in Italia non nascerĆ  un nuovo senso del dovere. (Aldo Moro)

Il sogno americano ĆØ fare soldi e riuscirci; il sogno italiano ĆØ nascere con un padre ricco. (Matteo Molinari)

All’Italia
(Giacomo Leopardi)

O patria mia, vedo le mura e gli archi
E le colonne e i simulacri e l’erme
Torri degli avi nostri,
Ma la gloria non vedo,
Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
I nostri padri antichi. Or fatta inerme,
Nuda la fronte e nudo il petto mostri.
OimĆØ quante ferite,
Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
Formosissima donna! Io chiedo al cielo
E al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? E questo ĆØ peggio,
Che di catene ha carche ambe le braccia;
SƬ che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
Le genti a vincer nata
E nella fausta sorte e nella ria.
Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive,
Mai non potrebbe il pianto
Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;
Che fosti donna, or sei povera ancella.
Chi di te parla o scrive,
Che, rimembrando il tuo passato vanto,
Non dica: giĆ  fu grande, or non ĆØ quella?
PerchĆØ, perchĆØ? dov’è la forza antica,
Dove l’armi e il valore e la costanza?
Chi ti discinse il brando?
Chi ti tradƬ? qual arte o qual fatica
O qual tanta possanza
Valse a spogliarti il manto e l’auree bende?
Come cadesti o quando
Da tanta altezza in cosƬ basso loco?
Nessun pugna per te? non ti difende
Nessun de’ tuoi? L’armi, qua l’armi: io solo
Combatterò, procomberò sol io.
Dammi, o ciel, che sia foco
Agl’italici petti il sangue mio.
Dove sono i tuoi figli? Odo suon d’armi
E di carri e di voci e di timballi:
In estranie contrade
Pugnano i tuoi figliuoli.
Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi,
Un fluttuar di fanti e di cavalli,
E fumo e polve, e luccicar di spade
Come tra nebbia lampi.
NĆØ ti conforti? e i tremebondi lumi
Piegar non soffri al dubitoso evento?
A che pugna in quei campi
L’Itala gioventude? O numi, o numi:
Pugnan per altra terra itali acciari.
Oh misero colui che in guerra ĆØ spento,
Non per li patrii lidi e per la pia
Consorte e i figli cari,
Ma da nemici altrui,
Per altra gente, e non può dir morendo:
Alma terra natia,
La vita che mi desti ecco ti rendo.
Oh venturose e care e benedette
L’antiche etĆ , che a morte
Per la patria correan le genti a squadre;
E voi sempre onorate e gloriose,
O tessaliche strette,
Dove la Persia e il fato assai men forte
Fu di poch’alme franche e generose!
Io credo che le piante e i sassi e l’onda
E le montagne vostre al passeggere
Con indistinta voce
Narrin siccome tutta quella sponda
CoprƬr le invitte schiere
De’ corpi ch’alla Grecia eran devoti.
Allor, vile e feroce,
Serse per l’Ellesponto si fuggia,
Fatto ludibrio agli ultimi nepoti;
E sul colle d’Antela, ove morendo
Si sottrasse da morte il santo stuolo,
Simonide salia,
Guardando l’etra e la marina e il suolo.
E di lacrime sparso ambe le guance,
E il petto ansante, e vacillante il piede,
Toglieasi in man la lira:
Beatissimi voi,
Ch’offriste il petto alle nemiche lance
Per amor di costei ch’al Sol vi diede;
Voi che la Grecia cole, e il mondo ammira.
Nell’armi e ne’ perigli
Qual tanto amor le giovanette menti,
Qual nell’acerbo fato amor vi trasse?
Come sƬ lieta, o figli,
L’ora estrema vi parve, onde ridenti
Correste al passo lacrimoso e duro?
Parea ch’a danza e non a morte andasse
Ciascun de’ vostri, o a splendido convito:
Ma v’attendea lo scuro
Tartaro, e l’onda morta;
NĆØ le spose vi foro o i figli accanto
Quando su l’aspro lito
Senza baci moriste e senza pianto.
Ma non senza de’ Persi orrida pena
Ed immortale angoscia.
Come lion di tori entro una mandra
Or salta a quello in tergo e sƬ gli scava
Con le zanne la schiena,
Or questo fianco addenta or quella coscia;
Tal fra le Perse torme infuriava
L’ira de’ greci petti e la virtute.
Ve’ cavalli supini e cavalieri;
Vedi intralciare ai vinti
La fuga i carri e le tende cadute,
E correr fra’ primieri
Pallido e scapigliato esso tiranno;
Ve’ come infusi e tinti
Del barbarico sangue i greci eroi,
Cagione ai Persi d’infinito affanno,
A poco a poco vinti dalle piaghe,
L’un sopra l’altro cade. Oh viva, oh viva:
Beatissimi voi
Mentre nel mondo si favelli o scriva.
Prima divelte, in mar precipitando,
Spente nell’imo strideran le stelle,
Che la memoria e il vostro
Amor trascorra o scemi.
La vostra tomba ĆØ un’ara; e qua mostrando
Verran le madri ai parvoli le belle
Orme del vostro sangue. Ecco io mi prostro,
O benedetti, al suolo,
E bacio questi sassi e queste zolle,
Che fien lodate e chiare eternamente
Dall’uno all’altro polo.
Deh foss’io pur con voi qui sotto, e molle
Fosse del sangue mio quest’alma terra.
Che se il fato ĆØ diverso, e non consente
Ch’io per la Grecia i moribondi lumi
Chiuda prostrato in guerra,
CosƬ la vereconda
Fama del vostro vate appo i futuri
Possa, volendo i numi,
Tanto durar quanto la vostra duri.

ƈ stato il prete che ha avuto il merito di educare gli italiani all’umiliazione ed al servilismo. Mentre lui si faceva baciare la pantofola dagli imperatori, chiedeva agli altri di esercitare l’umiltĆ  cristiana. (Giuseppe Garibaldi)

L’italiano non s’organizza: s’arrangia. (Roberto Gervaso)

Gli italiani hanno solo due cose per la testa: l’altra sono gli spaghetti. (Catherine Deneuve)

L’Italia ĆØ piena di attori, cinquanta milioni di attori, e quasi tutti bravi. I pochi cattivi si trovano sui palcoscenici e nei cinema. (Orson Welles)

Ho vissuto a Milano una esperienza che mi ha confermato l’idea che il nostro popolo ĆØ capace delle più grandi cose quando lo anima il soffio della libertĆ  e del socialismo. (Sandro Pertini)

O d’ogni vizio fetida sentina, dormi, Italia imbriaca, e non ti pesa ch’ora di questa gente, ora di quella che giĆ  serva ti fu, sei fatta ancella. (Ludovico Ariosto)

L’italiano ha un solo vero nemico: l’arbitro di calcio, perchĆ© emette un giudizio. (Ennio Flaiano)

Strano paese il nostro. Colpisce i venditori di sigarette, ma premia i venditori di fumo. (Indro Montanelli)

La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta: Ho famiglia.
(Leo Longanesi)

I francesi sono degli Italiani di cattivo umore. Gli italiani, all’opposto, sono dei Francesi di buon umore. (Jean Cocteau)

Forse uno dei guai dell’Italia ĆØ proprio questo, di avere per capitale una cittĆ  sproporzionata per nome e per storia, alla modestia di un Popolo che quando grida ā€˜forza Roma’ allude solo ad una squadra di calcio. (Indro Montanelli)

Se il muro di Berlino fosse stato costruito dagli italiani, sarebbe caduto naturalmente. (Roberto Benigni)

Quello che si dovrebbe insegnare nelle scuole ĆØ quella che io chiamo ā€œdecenzaā€ oā€pulizia del carattereā€. Si dovrebbe imparare fin da piccoli a non vantarsi, a non voler comparire più di quanto non si sia in realtĆ , insomma a non essere cafoni. Questo ĆØ il maggior difetto degli Italiani. Basta che uno sappia guidare un’auto per sentirsi autorizzato a dire che corre la Millemiglia. (Dino Buzzati)

Voglio farti ubriacare e tirarti fuori il fegato e metterti un buon fegato italiano e farti ritornare un uomo. (Ernest Hemingway)

Piangi, che ben hai donde, Italia mia. (Giacomo Leopardi)

Il nostro paese ĆØ un paese pieno di talenti senza carriere e di carriere senza talenti. (Gianfranco Funari)

L’Italia – e non solo l’Italia del Palazzo e del potere – ĆØ un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: ā€œcontaminazioniā€ tra MoliĆØre e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno. Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di ā€œraptusā€: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti. (Pier Paolo Pasolini)

Gli italiani guadagnano netto, ma vivono lordo. (Giuseppe Saragat)

Gli Italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre. (Winston Churchill)

Se tutti gli italiani pagassero le tasse saremmo fritti: non ci resterebbe più nulla in cui sperare. (Altan)

Fra 30 anni l’Italia sarĆ  non come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrĆ  fatta la televisione. (Ennio Flaiano)

Alla mia nazione
(Pier Paolo Pasolini)

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perchƩ tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perchƩ fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perchƩ sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male ĆØ tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

Date a un italiano un titolo, un grado e una divisa e lo farete felice. (Beppe Severgnini)

In Italia non si può ottenere nulla per le vie legali, nemmeno le cose legali. Anche queste si hanno per via illecita: favore, raccomandazione, pressione, ricatto ecc. (Giuseppe Prezzolini)

Difficile capire un Paese, scrisse un libellista, dove la stessa cosa ĆØ chiamata al Nord uccello e al Sud pesce. (Enzo Biagi)

Il paradiso ĆØ un poliziotto inglese, un cuoco francese, un tecnico tedesco, un amante italiano: il tutto organizzato dagli svizzeri. L’inferno ĆØ un cuoco inglese, un tecnico francese, un poliziotto tedesco, un amante svizzero e l’organizzazione affidata agli italiani. (Anonimo)

Italia, popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori e trasmigratori. (Benito Mussolini)

Governare gli italiani non ĆØ difficile, ĆØ inutile. (Benito Mussolini, attribuito anche a Giovanni Giolitti)