Di seguito, troviamo una raccolta di poesie d’amore, selezionate apposta per sciogliere i cuori più duri. Parole speciali da riservare alla persona al centro dei nostri pensieri.
Esiste forse qualcosa di più romantico di una poesia d’amore? Una dedica speciale con cui sorprendere la nostra anima gemella. Un gesto che fa capire quanto pensiamo alla nostra metà. Può essere anche un’ottima idea per una dichiarazione indimenticabile. Ecco le 50 poesie d’amore più belle e famose.
Poesie D’Amore
Farò della mia anima uno scrigno
(Khalil Gibran)
Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.
I ragazzi che si amano
(Jacques Prevert)
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è soltanto la loro ombra
Che trema nel buio
Suscitando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo i loro risolini
la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più lontano della notte
Ben più in alto del sole
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.
Malattia d’amore
(Archiloco)
Giaccio in preda all’amore, disperato,
senza respiro, da dolori atroci
per volontà divina
trafitto nelle ossa.
All’amata
(William Shakespeare)
Se leggi questi versi,
dimentica la mano che li scrisse:
t’amo a tal punto
che non vorrei restar
nei tuoi dolci pensieri,
se il pensare a me ti facesse soffrire.
Inno all’amore
(San Paolo)
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi l’amore,
sono come un bronzo che risuona
o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza,
e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,
ma non avessi l’amore, non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze
e dessi il mio corpo per esser bruciato,
ma non avessi l’amore,
niente mi gioverebbe.
L’amore è paziente,
è benigno l’amore;
non è invidioso l’amore,
non si vanta,
non si gonfia,
non manca di rispetto,
non cerca il suo interesse,
non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell’ingiustizia,
ma si compiace della verità.
Tutto copre,
tutto crede,
tutto spera,
tutto sopporta.
L’amore non avrà mai fine.
Smarrimento
(Archiloco)
Tale voglia d’amore, abbarbicandosi
al di sotto del cuore, mi versò
fitta nebbia sugli occhi e, come un ladro,
strappò dal petto l’anima indifesa.
Rapita
(Saffo)
Rapita
nello specchio dei tuoi occhi
respiro il tuo respiro.
E vivo…
Ho bisogno di sentimenti
(Alda Merini)
Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia.
Questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnananna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.
In quanti modi ti amo?
(Elizabeth Barrett Browning)
In quanti modi ti amo? Fammeli contare.
Ti amo fino alla profondità, alla larghezza e all’altezza
che la mia anima può raggiungere, quando partecipa invisibile
agli scopi dell’Esistenza e della Grazia ideale.
Ti amo al pari della più modesta necessità
di ogni giorno, al sole e al lume di candela.
Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia;
ti amo con purezza, come chi si volge dalla Preghiera.
Ti amo con la passione che gettavo
nei miei trascorsi dolori, e con la fiducia della mia infanzia.
Ti amo di un amore che credevo perduto
insieme ai miei perduti santi, ti amo col respiro,
i sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! E, se Dio vorrà,
ti amerò ancora di più dopo la morte.
Sonetto XVII
(Pablo Neruda)
Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
L’amore è una rosa
(Charles Baudelaire)
L’amore è una rosa,
ogni petalo un’illusione,
ogni spina una realtà.
Perché ti amo
(Hermann Hesse)
Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non me potrai più dimenticare
l’anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia – del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.
Il modo tuo d’amare
(Pedro Salinas)
Il modo tuo d’amare
È lasciare che io ti ami.
Il si con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole o abbracci
mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi,
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d’amarti solo io.
Tanto gentile e tanto onesta pare
(Dante Alighieri)
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente e d’umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
La cosa più bella
(Saffo)
Alcuni un esercito di cavalieri, altri di fanti,
altri di navi dicono esser la cosa più bella
sulla nera terra, io invece
quello che s’ama.
Assai facile è farlo capire a chiunque,
infatti colei che molto eccelleva
per bellezza fra gli uomini, Elena,
lasciato lo sposo di grande valore,
partì per Troia, in nave,
né ripensò alla figlia, né agli amati genitori,
per nulla, ma la traviò Afrodite,
lei, innamorata;
subito infatti, col suo animo incostante,
facilmente ignorò nel cuore gli affetti;
lei ora mi desta il ricordo di Anattoria,
che non è qui,
ah, vorrei poter vedere il suo amato incedere
e lo splendore raggiante del suo viso
invece che carri lidi e fanti
pronti alla battaglia.
Agli uomini non è concesso d’essere del tutto felici,
ma possono pregare d’averne parte
Facciamo così
(Caio Valerio Catullo)
Se il mio bacio t’offende,
se ti sembra un castigo,
puniscimi anche tu: rendimi il bacio!
È stato lungo, difficile e triste…
(Anna de Noailles)
È stato lungo, difficile e triste
Rivelarti ciò che il cuore sentiva;
La voce cresceva e poi calava,
L’orgoglio soccombeva e si feriva.
Io non so davvero in che modo
Ho potuto confessarti il mio amore
Temevo l’ombra e i tuoi occhi
Che del giorno hanno il colore.
La nuova che ti ho portato è questa!
Ti ho detto tutto! Ero rassegnata;
Eppure, come un cigno ho celata
Sotto la mia ala la mia testa…
Tre fiammiferi accesi
(Jacques Prévert)
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.
Ti amo come se mangiassi il pane
(Nazim Hikmet)
Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l’acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
T’amo
(Paul Eluard)
T’amo per tutte le donne che non ho conosciuto
T’amo per tutte le stagioni che non ho vissuto
Per l’odore d’altomare e l’odore del pane fresco
Per la neve che si scioglie per i primi fiori
Per gli animali puri che l’uomo non spaventa
T’amo per parlare
T’amo per tutte le donne che non amo
Sei tu stessa a riflettermi io mi vedo così poco
Senza di te non vedo che un deserto
Tra il passato e il presente
Ci sono state tutte queste morti superate senza far rumore
Non ho potuto rompere il muro del mio specchio
Ho dovuto imparare parola per parola la vita
Come si dimentica
T’amo per la tua saggezza che non è la mia
Per la salute
T’amo contro tutto quello che ci illude
Per questo cuore immortale che io non posseggo
Tu credi di essere il dubbio e non sei che ragione
Tu sei il sole forte che mi inebria
Quando sono sicuro di me.
Sonetto 116
(William Shakespeare)
Non sia mai ch’io ponga impedimenti all’unione di anime fedeli; Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l’altro s’allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
Inno alla bellezza
(Charles Baudelaire)
Vieni dal cielo profondo o esci dall’abisso,
Bellezza? Il tuo sguardo, divino e infernale,
dispensa alla rinfusa il sollievo e il crimine,
ed in questo puoi essere paragonata al vino.
Racchiudi nel tuo occhio il tramonto e l’aurora;
profumi l’aria come una sera tempestosa;
i tuoi baci sono un filtro e la tua bocca un’anfora
che fanno vile l’eroe e il bimbo coraggioso.
Esci dal nero baratro o discendi dagli astri?
Il Destino irretito segue la tua gonna
come un cane; semini a caso gioia e disastri,
e governi ogni cosa e di nulla rispondi.
Cammini sui cadaveri, o Bellezza, schernendoli,
dei tuoi gioielli l’Orrore non è il meno attraente,
l’Assassinio, in mezzo ai tuoi più cari ciondoli
sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente.
Verso di te, candela, la falena abbagliata
crepita e arde dicendo: Benedetta la fiamma!
L’innamorato ansante piegato sull’amata
pare un moribondo che accarezza la tomba.
Che tu venga dal cielo o dall’inferno, che importa,
Bellezza! Mostro enorme, spaventoso, ingenuo!
Se i tuoi occhi, il sorriso, il piede m’aprono la porta
di un Infinito che amo e che non ho mai conosciuto?
Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena,
tu ci rendi -fata dagli occhi di velluto,
ritmo, profumo, luce, mia unica regina!
L’universo meno odioso, meno pesante il minuto?
Sonetto 130
(William Shakespeare)
Gli occhi della mia donna non sono come il sole; il corallo è molto più rosso delle sue labbra: se la neve è bianca, allora perché i suoi seni sono grigi? Se i capelli devono essere filamenti, fili neri crescono sulla sua testa Ho visto rose variegate, rosse e bianche, ma non ho visto alcuna rosa sulle sue guance; e c’è più delizia in altri profumi che nell’alito che il mio amore esala. mi piace sentirla parlare, perché so che la sua voce, per me, è come musica; quando la vidi non mi sembrò una dea: la mia donna, quando cammina, non ha grazia. E nonostante ciò, il mio amore è cosi raro come se lei fosse stata elogiata da falsi paragoni.
Cammina, lei, nella bellezza
(George Gordon Byron)
Cammina, lei, nella bellezza, come
la notte a latitudini serene
e sotto cieli trapuntati a stelle;
e tutto il meglio di splendore e buio
s’accorda nel suo aspetto e nei suoi occhi,
fatti sì dolci a quella luce tenera
che il cielo nega al giorno scintillante.
Un’ombra sola in più, di meno un raggio
solo spariglierebbero la grazia
che indicibile disegna onde nere
sopra ogni treccia, o tenuemente illumina
il suo viso, dove i pensieri esprimono
sereni, dolcemente, quanto pura,
quanto amata sia la lor dimora.
E sopra quella gota e quella fronte,
tanto morbide, e calme, ed eloquenti,
il riso suo che avvince, i suoi color
che brillano raccontano di giorni
consunti nel far bene, di una mente
ch’è in pace universale, e del suo cuore,
e del suo amore ch’è tutto innocente!
Penso a te nel silenzio della notte
(Fernando Pessoa)
Penso a te nel silenzio della notte
quando tutto è nulla,
e i rumori presenti
nel silenzio sono il silenzio stesso,
allora solitario di me, passeggero fermo
di un viaggio senza Dio, inutilmente penso a te.
Tutto il passato in cui fosti un momento eterno
è come questo silenzio di tutto.
Tutto il perduto, in cui fosti quel che più persi.
è come questi rumori,
tutto l’inutile, in cui fosti quel che non doveva essere,
è come il nulla che sarà
in questo silenzio notturno.
Ho visto morire o sentito che morirono,
quanto amai o conobbi,
ho visto non saper più nulla di quelli che un po’ andarono
con me, e poco importa se fu un’ora
o qualche parola;
o un passeggio emotivo e muto,
e il mondo oggi per me è un cimitero di notte,
bianco e nero di tombe e alberi e di chiardiluna,
ed è in questo quiete assurda di me e di tutto
che penso a te.
Parlare…
(Paul Eluard)
Parlare
senza avere niente da dire
comunicare
in silenzio
i bisogni dell’anima
dar voce
alle rughe del volto
alle ciglia degli occhi
agli angoli della bocca
parlare
tenendosi per mano
tacere
tenendosi per mano.
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
(Eugenio Montale)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Rimani
(Gabriele D’Annunzio)
Rimani! Riposati accanto a me.
Non te ne andare.
Io ti veglierò. Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto fuorchè d’essere venuto a me, liberamente, fieramente.
Ti amo. Non ho nessun pensiero che non sia tuo;
non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per te.
Lo sai. Non vedo nella mia vita altro compagno, non vedo altra gioia.
Rimani.
Riposati. Non temere di nulla.
Dormi stanotte sul mio cuore…
Uno scorcio
(Walt Whitman)
Uno scorcio, colto attraverso un interstizio,
D’una folla di operai e autisti nella sala di un bar, attorno alla stufa,
tardi una sera d’inverno. Ed io, inosservato seduto in un angolo;
Di un giovane che mi ama, e che io amo, che si avvicina silenzioso, e si siede accanto, tanto che può tenermi per mano;
Un lungo istante, in mezzo al rumore dell’andirivieni, del bere ed imprecare e dello scherzo volgare,
In quello noi due, contenti, felici nell’essere insieme, parlando appena, dicendo forse neppure una parola.
Io vorrei stare sopra le tue labbra
(Federico García Lorca)
Io vorrei stare sopra le tue labbra
per spegnermi alla neve dei tuoi denti.
Io vorrei stare dentro il tuo petto
per sciogliermi al tuo sangue.
Fra i tuoi capelli d’oro
vorrei eternamente sognare.
E che diventasse il tuo cuore
la tomba al mio che duole.
Che la tua carne fosse la mia carne,
che la mia fronte fosse la tua fronte.
Tutta l’anima mia vorrei che entrasse
nel tuo piccolo corpo.
Essere io il tuo pensiero, io
il tuo vestito bianco,
perché tu t’innamori
di me d’una passione così forte
che ti consumi cercandomi
senza trovarmi mai.
E perché tu il mio nome
vada gridando ai tramonti,
chiedendo di me all’acqua,
bevendo, triste, tutte le amarezze
che sulla strada ho lasciato,
desiderandoti, il cuore.
E intanto io penetrerò nel tuo
tenero corpo dolce
essendo io te stessa
e dimorando in te, donna, per sempre,
mentre tu ancora mi cerchi invano
da Oriente ad Occidente,
fin che alla fine saremo bruciati
dalla livida fiamma della morte.
Se tardi a trovarmi, insisti
(Walt Whitman)
Se tardi a trovarmi, insisti.
Se non ci sono in nessun posto,
cerca in un altro, perchè io sono
seduto da qualche parte,
ad aspettare te…
e se non mi trovi piú, in fondo ai tuoi occhi,
allora vuol dire che sono dentro di te.
Il verbo amare
(Jean Cocteau)
Il verbo amare è davvero di difficile coniugazione: il suo passato non è prossimo, il suo presente non è indicativo e il suo futuro non è un condizionale.
Aria viva
(Paul Éluard)
Ho guardato davanti a me
In mezzo alla folla ti ho veduta
In mezzo al grano ti ho veduta
Sotto un albero ti ho veduta
Al termine di ogni mio viaggio
Al fondo di tutti i miei tormenti
Alla svolta di ogni risata
Che uscivi dall’acqua e dal fuoco
D’estate e d’inverno ti ho veduta
Nella mia casa ti ho veduta
Tra le mie braccia ti ho veduta
Dentro i miei sogni ti ho veduta
Io non ti lascerò mai più.
Se devi amarmi
(Elizabeth Barrett Browing)
Se devi amarmi, per null’altro sia
se non che per amore.
Mai non dire:
“L’amo per il sorriso,
per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare
così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno”.
Queste son tutte cose
che posson mutare,
Amato, in sé o per te, un amore
così sorto potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto
chi ebbe a lungo
il tuo conforto, e perderti.
Soltanto per amore amami
e per sempre, per l’eternità.
Vita de la mia vita
(Torquato Tasso)
Vita della mia vita,
tu mi somigli pallidetta oliva,
o rosa scolorita.
Né di beltà sei priva,
ma in ogni aspetto tu mi sei gradita,
o lusinghiera, o schiva.
E se mi segui o fuggi,
soavemente mi consumi e struggi.
Vorrei
(Rabindranath Tagore)
Vorrei dirti le più profonde parole d’amore,
ma non oso, per timore che tu rida.
Ecco perché mi burlo di me stesso e del mio segreto.
Derido il mio dolore per paura che tu faccia lo stesso.
Vorrei dirti le parole più vere,
ma non oso, per paura che tu rida.
Ecco perché mento, dicendo il contrario
di quello che penso.
Rendo assurdo il mio dolore per paura che tu
faccia lo stesso.
Vorrei usare le parole più preziose
che ho riservato per te, ma non ne ho il coraggio;
temo che non si comprenda il loro valore.
Ecco perché ti parlo con durezza,
e vanto la mia forza brutale.
Ti faccio del male per paura che tu
non conosca mai cosa sia il soffrire.
Vorrei sedermi vicino a te in silenzio,
ma non ne ho il coraggio:
temo che il mio cuore mi salga alle labbra.
Ecco perché parlo stupidamente
e nascondo il mio cuore dietro le parole.
Tratto crudelmente il mio dolore
per paura che tu faccia lo stesso.
A Silvia
(Giacomo Leopardi)
Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all’opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D’in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch’io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d’amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell’età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l’amor, l’opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell’umane genti?
All’apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.
Tramontata è la luna
(Saffo)
Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
Desiderio
(Samuel Taylor Coleridge)
Laddove l’amore vero arde il desiderio è la pura fiamma dell’amore;
È il riflesso della nostra corporatura terrena,
Che trae il suo significato dalla più nobile parte,
E traduce solo il linguaggio del cuore.
Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo
(Gaio Valerio Catullo)
Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo,
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.
Ho un desiderio di te stasera
(Gabriele D’Annunzio)
Ho un desiderio desolato di te stasera. Ahimè stasera e sempre.
Ma stasera il desiderio è di qualità nuova.
È come un tremito infinitamente lungo e tenue.
Sono come un mare in cui tremino tutte le gocciole,
tremano tutte le ali dell’anima,
tremano tutte le fibre dei nervi,
tremano tutti i fiori della primavera
e anche le nuvole del cielo
e anche le stelle della notte
e anche la piccola luna trema.
Trema sui tuoi capelli che sono una schiuma bionda.
Ho la bocca piena delle tue spalle,
che sono ora come un fuoco di neve tiepida disciolta in me.
Godo e soffro.
Ti ho dentro di me e vorrei tuttavia sentirti sopra di me.
Non mi hai lasciato tanta musica partendo.
Stanotte tienimi sul tuo cuore,
avvolgimi nel tuo sogno,
incantami col tuo fiato,
sii sola con me solo.
Oh melodia melodia…
Tremano tutte le gocciole del mare.
Odio e amo (Carme 85)
(Catullo)
Odio e amo. Perché lo faccia, ti chiedi forse.
Non lo so, ma sento che succede e mi tormento.
Il tuo cuore lo porto con me
(Edward Estlin Cummings)
Il tuo cuore lo porto con me
Lo porto nel mio
Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
qualsiasi cosa sia fatta da me,
la fai anche tu, mia cara.
Non temo il fato
perché il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perché il mio,
il più bello, il più vero sei tu.
Questo è il nostro segreto profondo
radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli
e cielo dei cieli
di un albero chiamato vita,
che cresce più alto
di quanto l’anima spera,
e la mente nasconde.,
Questa è la meraviglia che le stelle separa.
Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.
L’amore, quando si rivela
(Fernando Pessoa)
L’amore, quando si rivela,
Non si sa rivelare.
Sa bene guardare lei,
ma non le sa parlare.
Chi vuol dire quel che sente
non sa quel che deve dire.
Parla: sembra mentire…
Tace: sembra dimenticare…
Ah, ma se lei indovinasse,
se potesse udire lo sguardo,
e se uno sguardo le bastasse
per sapere che stanno amandola!
Ma chi sente molto, tace;
chi vuol dire quello che sente
resta senz’anima né parola,
resta solo, completamente!
Ma se questo potesse raccontarle
quel che non oso raccontarle,
non dovrò più parlarle,
perché le sto parlando…
Dammi la tua mano
(Leo Delibes)
Dammi la tua mano… Vedi? Adesso tutto pesa la metà…
Amo in te
(Nazim Hikmet)
Amo in te
l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
Amo in te l’impossibile
ma non la disperazione.
Segui l’amore
(Khalil Gibran)
L’amore non dà nulla fuorché sé stesso
e non coglie nulla se non da sé stesso.
L’amore non possiede,
né vorrebbe essere posseduto
poiché l’amore basta a all’amore.
Lascia il tuo cuore
(Rabindranath Tagore)
Lascia il tuo cuore
scoppiare finalmente,
cedi, gemma, cedi.
Lo spirito della fioritura
s’è abbattuto su di te.
Puoi rimanere
ancora bocciolo?
Infinità d’amore
(John Donne)
Se ancor non ho tutto l’amore tuo,
cara, giammai tutto l’avrò;
non posso esalare un altro sospiro per intenerirti,
né posso implorare un’altra lacrima a che sgorghi;
ormai tutto il tesoro che avevo per acquistarti
– sospiri, lacrime, e voti e lettere – l’ho consumato.
Eppure non può essermi dovuto
più di quanto fu inteso alla stipulazione del contratto;
se allora il tuo dono d’amore fu parziale,
si che parte a me toccasse, parte ad altri,
cara giammai tutta ti avrò
Ma se allora tu mi cedesti tutto,
quel tutto non fu che il tutto di cui allora tu disponevi;
ma se nel cuore tuo, in seguito, sia stato o sarà
generato amor nuovo, ad opera di altri,
che ancor possiedono intatte le lor sostanze, e possono di lacrime,
di sospiri, di voti, di lettere, fare offerte maggiori,
codesto amore nuovo può produrre nuove ansie,
poiché codesto amore non fu da te impegnato.
Eppur lo fu, dacché la tua donazione fu totale:
il terreno, cioè il tuo cuore, è mio; quanto ivi cresca,
cara, dovrebbe tutto spettare a me.
Tuttavia ancor non vorrei avere tutto;
chi tutto ha non può aver altro,
e dacché il mio amore ammette quotidianamente
nuovo accrescimento, tu dovresti avere in serbo nuove ricompense;
tu non puoi darmi ogni giorno il tuo cuore:
se puoi darlo, vuol dire che non l’hai mai dato.
il paradosso d’amore consiste nel fatto che, sebbene il tuo cuore si diparta,
tuttavia rimane, e tu col perderlo lo conservi.
Ma noi terremo un modo più liberale
di quello di scambiar cuori: li uniremo; così saremo
un solo essere, e il Tutto l’un dell’altro.
Che sia l’amore tutto ciò che esiste
(Emily Dickinson)
Che sia l’amore tutto ciò che esiste
É ciò che noi sappiamo dell’amore;
E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore.
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