Poesie sulla Vita (brevi): le 30 più belle e famose

poesie sulla vita

Gioia, dolore, sogni, illusioni, vittorie, sconfitte… la vita ĆØ fatta di tanti momenti, più o meno importanti, di sensazioni, di persone che danno un senso ai nostri giorni. Spesso diamo ciò che abbiamo per scontato, sottovalutiamo la nostra fortuna, dimenticando che la vita in fondo ĆØ un regalo prezioso.

Con questa raccolta scopriamo insieme pensieri in grado di indagare su molti aspetti della nostra quotidianitĆ . Sulla famiglia, l’amore, la gioia, la speranza, la paura della morte. Tutto ciò che ci rende vivi. Ecco 30 poesie sulla vita.Ā 

Poesie sulla Vita

Vivi la vita
(Madre Teresa di Calcutta)

La vita ĆØ un’opportunitĆ , coglila. La vita ĆØ bellezza, ammirala. La vita ĆØ beatitudine, assaporala. La vita ĆØ un sogno, fanne una realtĆ . La vita ĆØ una sfida, affrontala. La vita ĆØ un dovere, compilo. La vita ĆØ un gioco, giocalo. La vita ĆØ preziosa, abbine cura. La vita ĆØ una ricchezza, conservala. La vita ĆØ amore, godine. La vita ĆØ un mistero, scoprilo. La vita ĆØ promessa, adempila. La vita ĆØ tristezza, superala. La vita ĆØ un inno, cantalo. La vita ĆØ una lotta, accettala. La vita ĆØ un’avventura, rischiala. La vita ĆØ felicitĆ , meritala. La vita ĆØ la vita, difendila.

Antica preghiera celtica

Trova tempo per lavorare: ĆØ il prezzo del successo.
Trova tempo per pensare: ĆØ la fonte del potere.
Trova tempo per giocare: ĆØ il segreto dell’eterna giovinezza.
Trova tempo per leggere: ĆØ il fondamento della saggezza.
Trova tempo per l’amicizia: ĆØ la strada della felicitĆ .
Trova tempo per sognare: ĆØ attaccare il tuo carro ad una stella.
Trova tempo per amare ed essere amato: ĆØ il privilegio degli dĆØi.
Trova tempo per aiutare gli altri: la giornata ĆØ troppo breve per essere avari.
Trova tempo per ridere: ĆØ la musica dell’anima.

Tempo Libero
(W. H. Davies)

Che vita ĆØ mai questa se, pieni d’impegni, non abbiamo tempo per fermarci e ammirare. NĆ© per sostare sotto i rami e fissare a lungo, come pecore o mucche. NĆ© per vedere, passando tra boschi, scoiattoli che nascondono le loro noci nell’erba. NĆ© per osservare, in pieno giorno, ruscelli pieni di stelle, come cieli di notte. NĆ© per voltarci verso la bellezza, e ammirare i suoi piedi che sanno danzare. NĆ© per aspettare che la sua bocca completi il sorriso che le parte dagli occhi. Una povera vita ĆØ questa se, pieni d’impegni, non abbiamo tempo per fermarci a guardare.

Veglia
(Giuseppe Ungaretti, Cima Quattro il 23 dicembre 1915)

Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.

O me, oh vita!
(Walt Whitman)

Oh me, oh vita! Domande come queste mi perseguitano, infiniti cortei d’infedeli, cittĆ  gremite di stolti, che vi ĆØ di nuovo in tutto questo, oh me, oh vita! Risposta: Che tu sei qui, che la vita esiste e l’identitĆ , Che il potente spettacolo continui, e che tu puoi contribuire con un verso.

Che cos’è la nostra vita?
(Walter Raleigh)

Che cos’è la nostra vita? Un gioco di passioni. La nostra gioia ĆØ la musica della divisione. Il grembo materno sono le nostre noiose case dove ci vestiamo per questa breve commedia. Il cielo ci ĆØ giudice spietato e spettatore, che siede e giudica chi sbaglia. Le nostre tombe che ci nascondono al sole che tramonta sono come un sipario tirato quando lo spettacolo ĆØ finito. CosƬ procediamo, giocando, fino all’ultimo riposo, solo che moriamo davvero, e questo non ĆØ un gioco.

Prendi un sorriso
(Mahatma Gandhi)

Prendi un sorriso,
Regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
Fallo volare lĆ  dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fai bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
Posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
Mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
Raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza
E vivi nella sua luce.
Prendi la bontĆ 
E donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore
e fallo conoscere al mondo.

Se
(Rudyard Kipling)

Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te l’hanno persa e danno la colpa a te, se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te, ma prendi in considerazione anche i loro dubbi. Se sai aspettare senza stancarti dell’attesa, o essendo calunniato, non ricambiare con calunnie, o essendo odiato, non dare spazio all’odio, senza tuttavia sembrare troppo buono, nĆ© parlare troppo da saggio; Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni; se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo, se sai incontrarti con il Successo e la Sconfitta e trattare questi due impostori allo stesso modo. Se riesci a sopportare di sentire la veritĆ  che hai detto Distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui, o guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte, e piegarti a ricostruirle con strumenti usurati. Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune e rischiarlo in un unico lancio di una monetina, e perdere, e ricominciare daccapo senza mai fiatare una parola sulla tua perdita. Se sai costringere il tuo cuore, nervi, e polsi a sorreggerti anche quando sono esausti, e cosƬ resistere quando in te non c’è più nulla tranne la VolontĆ  che dice loro: ā€œResistete!ā€ Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù, o passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con la gente comune, se non possono ferirti nĆ© i nemici nĆ© gli amici affettuosi, se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo. Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto dando valore a ognuno dei sessanta secondi, tua ĆØ la Terra e tutto ciò che contiene, e cosa più importante, sarai un Uomo, figlio mio!

Gli auguri dell’innocenza
(William Blake)

Vedere un mondo in un grano di sabbia e un universo in un fiore di campo, possedere l’infinito sul palmo della mano e l’eternitĆ  in un’ora.

I giusti
(Jorge Louis Borges)

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi ĆØ contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffĆØ del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi ĆØ contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Vivo al peccato, a me morendo vivo
(Michelangelo Buonarroti)

Vivo al peccato, a me morendo vivo; vita giĆ  mia non son, ma del peccato: mie ben dal ciel, mie mal da me m’è dato, dal mie sciolto voler, di ch’io son privo. Serva mie libertĆ , mortal mie divo a me s’è fatto. O infelice stato! A che miseria, a che viver son nato!

Desiderata
(Max Ehrmann)

Procedi con calma tra il frastuono e la fretta e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio. Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti. Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza e ascolta g li altri: pur se noiosi e incolti, hanno anch’essi una loro storia. Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito. Se insisti nel confrontarti con gli altri rischi di diventare borioso e amaro, perchĆ© sempre esister anno individui migliori e peggiori di te. Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo. Usa prudenza nei tuoi affari, perchĆ© il mondo ĆØ pieno d’inganno. Ma questo non ti renda cieco a quanto vi ĆØ di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque la vita ĆØ colma di eroismo. Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti. Non o stentare cinismo verso l’amore, perchĆ©, pur di fronte a qualsiasi delusione e ariditĆ , esso resta perenne come il sempreverde. Accetta docile la saggezza dell’etĆ , lasciando con serenitĆ  le cose della giovinezza. Coltiva la forza la forza d’animo, per difenderti nelle calamitĆ  improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine. Al di lĆ  di una sana disciplina, sii tollerante con te stesso. Tu sei figlio dell’universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d’esistere. E, convinto o non convinto che tu ne sia, non v’è dubbio che l’universo si stia evolvendo a dovere. Perciò sta’ in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di Lui. E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell’esistenza, mantieniti in pace col tuo spirito. Nonostante i tuoi inganni, travagli e sogni infranti, questo ĆØ pur sempre un mondo meraviglioso. Sii prudente. Sforzati d’essere felice.

Orme sulla sabbia
Anonimo

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che camminavo sulla sabbia
accompagnato dal Signore,
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.

Ho guardato indietro e ho visto che
per ogni giorno della mia vita,
apparivano orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.

CosƬ sono andato avanti, finchƩ
tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi posti
c’era solo un’orma…
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
maggiore paura e maggior dolore…

Ho domandato allora:
ā€œSignore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
ma perchƩ mi hai lasciato solo proprio nei momenti
peggiori della mia vita?ā€

Ed il Signore rispose:
ā€œFiglio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te durante tutta il tuo cammino
e che non ti avrei lasciato solo
neppure un attimo,
e non ti ho lasciato…
i giorni in cui tu hai visto solo un’orma
sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccioā€.

Cosa ĆØ la vita?
(Samuel Taylor Coleridge)

Somiglia la vita a ciò che un tempo era ritenuto di luce, Troppo ampio in se stesso per la vista umana? Un assoluto stesso – un elemento infondato – Tutto quello che vediamo, tutti i colori di tutta l’ombra Fatto dallo sconfinare dell’oscuritĆ ? La vera vita non ĆØ diretta dalla coscienza? E tutti i pensieri, le pene, le gioie del respiro mortale, un abbraccio di guerra di vita e morte in lotta?

Presi un sorso di vita
(Emily Dickinson)

Presi un sorso di vita, vi dirò quanto l’ho pagato, esattamente un’esistenza, il prezzo di mercato, dicevano. Mi pesarono, granello per granello, bilanciarono fibra con fibra, poi mi porsero il valore del mio essere, un singolo grammo di cielo!

La morte non ĆØ niente
(Henry Scott Holland)

La morte non ĆØ niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
ĆØ come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti ĆØ familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
ĆØ la stessa di prima, c’è una continuitĆ  che non si spezza.
PerchƩ dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perchƩ sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso ĆØ la mia pace.

Il più bello dei mari
(Nazim Hikmet)

Il più bello dei mari
ĆØ quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non ĆØ ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.

La mia vita non ĆØ quest’ora ripida
(Rainer Maria Rilke)

La mia vita non ĆØ quest’ora ripida che mi vedi scalare in fretta. Sono un albero innanzi all’orizzonte, una delle mie molte bocche, e la prima a chiudersi. Sono l’attimo tra due suoni che male s’accordano perchĆ© il suono morte vuole emergere, ma nella pausa buia si riconciliano entrambi tremando. E bello resta il canto.

Vivi
(Charlie Chaplin)

La vita ĆØ troppo bella. Vivi! Ho perdonato errori quasi imperdonabili. Ho cercato di sostituire persone insostituibili e di dimenticare persone indimenticabili. Ho agito d’impulso. Sono rimasto deluso da alcune persone, ma anche io ne ho deluse alcune. Ho abbracciato per proteggere. Ho riso quando non si poteva farlo. Mi sono fatto amici per l’eternitĆ . Ho amato e sono stato amato, ma sono anche stato respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per la gioia. Ho vissuto d’amore e fatto giuramenti eterni, ma ne ho anche rotti molti. Ho pianto ascoltando musica e guardando fotografie. Ho chiamato solo per ascoltare una voce. Mi sono innamorato per un sorriso. Ho pensato di poter morire di nostalgia e… Ho avuto paura di perdere qualcuno di speciale ed ho finito per perderlo. Però sono sopravvissuto! Sono ancora vivo! Non mi stanco della vita! E nemmeno tu devi stancartene… Vivi! Combattere con determinazione ĆØ un bene, abbracciare la vita e vivere con passione. Perdere con classe e vincere con audacia, perchĆ© il mondo appartiene a chi osa e la vita ĆØ troppo bella per essere insignificante.

Tutto vale
(Walt Whitman)

Io credo che una foglia d’erba non valga affatto meno della quotidiana fatica delle stelle. E la formica ĆØ ugualmente perfetta, come un granello di sabbia, come l’uovo di uno scricciolo, E la piccola rana ĆØ un capolavoro pari a quelli più famosi, E il rovo rampicante potrebbe ornare i balconi del cielo. E la giuntura più piccola della mia mano qualsiasi meccanismo può deridere.

Lentamente muore
(Martha Medeiros, poesia erroneamente attribuita a Pablo Neruda)

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle ā€œiā€
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi ĆØ infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterĆ  al raggiungimento
di una splendida felicitĆ .

Mia Vita
(Giuseppe Gioacchino Belli)

Certo ĆØ ch’io nacqui, e con un bel vagito salutai il mondo e il mondo non rispose, andai a scuola, studiai molte cose, e crebbi un ciuco calzato e vestito. Una donna mi tolse per marito, scrissi versi a barella e alcune prose: del resto, come il ciel di me dispose, ebbi sete, ebbi sonno, ebbi appetito. Stetti molti anni fra gl’impieghi assorto, e fin che non disparver dalla scena amai gli amici e ne trovai conforto. Oggi son vecchio e mi strascino appena: poi fra non molti dƬ che sarò morto, dirĆ  il mondo: ā€Oh reo caso! andiamo a cenaā€.

Di tutto restano tre cose
(Fernando Pessoa)

Di tutto restano tre cose: la certezza che stiamo sempre iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire. Pertanto, dobbiamo fare: dell’interruzione, un nuovo cammino, della caduta, un passo di danza, della paura,una scala, del sogno, un ponte, del bisogno, un incontro.

I figli
(Khalil Gibran)

I tuoi figli non sono figli tuoi.
Sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo ma non li crei.
Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore,
ma non le tue idee.
PerchƩ loro hanno le proprie idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo,
non alla loro anima.
PerchĆ© la loro anima abita nella casa dell’avvenire,
dove a te non ĆØ dato di entrare,
neppure col sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro
ma non volere che essi somiglino a te.
PerchƩ la vita non ritorna indietro,
e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani

Ubriacatevi
(Charles Baudelaire)

Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: ĆØ l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi. E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perchĆ© l’ebbrezza ĆØ diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle stelle, gli uccelli, l’orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora ĆØ: e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l’orologio, vi risponderanno: ƈ ora di ubriacarsi! Per non essere schiavi martirizzati dal tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare.

La strada non presa
(Robert Frost)

Divergevano due strade in un bosco ingiallito, e spiacente di non poterle fare entrambe uno restando, a lungo mi fermai una di esse finchĆ© potevo scrutando lĆ  dove in mezzo agli arbusti svoltava. Poi presi l’altra, cosƬ com’era, che aveva forse i titoli migliori, perchĆ© era erbosa e non portava segni; benchĆ©, in fondo, il passar della gente le avesse invero segnate più o meno lo stesso, perchĆ© nessuna in quella mattina mostrava sui fili d’erba l’impronta nera d’un passo. Oh, quell’altra lasciavo a un altro giorno! Pure, sapendo bene che strada porta a strada, dubitavo se mai sarei tornato. lo dovrò dire questo con un sospiro in qualche posto fra molto molto tempo: Divergevano due strade in un bosco, ed io… io presi la meno battuta, e di qui tutta la differenza ĆØ venuta.

Ama la vita
(Madre Teresa di Calcutta)

Ama la vita cosƬ com’è, amala pienamente, senza pretese; amala quando ti amano o quando ti odiano, amala quando nessuno ti capisce, o quando tutti ti comprendono. Amala quando tutti ti abbandonano, o quando ti esaltano come un re. Amala quando ti rubano tutto, o quando te lo regalano. Amala quando ha senso o quando sembra non averlo nemmeno un po’. Amala nella piena felicitĆ , o nella solitudine assoluta. Amala quando sei forte, o quando ti senti debole. Amala quando hai paura, o quando hai una montagna di coraggio. Amala non soltanto per i grandi piaceri e le enormi soddisfazioni; amala anche per le piccolissime gioie. Amala seppure non ti dĆ  ciò che potrebbe, amala anche se non ĆØ come la vorresti. Amala ogni volta che nasci ed ogni volta che stai per morire. Ma non amare mai senza amore. Non vivere mai senza vita!

Il giorno più bello
(Madre Teresa di Calcutta)

Il giorno più bello? Oggi.
L’ostacolo più grande? La paura.
La cosa più facile? Sbagliarsi.
L’errore più grande? Rinunciare.
La radice di tutti i mali? L’egoismo.
La distrazione migliore? Il lavoro.
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.
I migliori professionisti? I bambini.
Il primo bisogno? Comunicare.
La felicità più grande? Essere utili agli altri.
Il mistero più grande? La morte.
Il difetto peggiore? Il malumore.
La persona più pericolosa? Quella che mente.
Il sentimento più brutto? Il rancore.
Il regalo più bello? Il perdono.
Quello indispensabile? La famiglia.
La rotta migliore? La via giusta.
La sensazione più piacevole? La pace interiore.
L’accoglienza migliore? Il sorriso.
La miglior medicina? L’ottimismo.
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.
La forza più grande? La fede.
Le persone più necessarie? I sacerdoti.
La cosa più bella del mondo? L’amore.

Ogni vita converge a qualche centro
(Emily Dickinson)

Ogni vita converge a qualche centro, dichiarato o taciuto. Esiste in ogni cuore umano una metĆ . Ch’esso forse osa appena riconoscere, troppo bella per rischiare l’audacia di credervi. Cautamente adorata come un fragile cielo, raggiungerla sarebbe impresa disperata come toccar la veste dell’arcobaleno. Ma più sicura quanto più distante per chi persevera: e come alto alla lenta pazienza dei santi ĆØ il cielo! Non l’otterrĆ  forse la breve prova della vita, ma poi l’eternitĆ  rende ancora possibile l’ardente slancio.

Un salmo della vita
(Henry Wadsworth Longfellow)

Non dirmi in tristi versi che la vita ĆØ un sogno vuoto! Che l’anima che sogna ĆØ morta, e le cose sembrano ciò che non sono. La Vita ĆØ reale! La Vita ĆØ sinceritĆ ! E la tomba non ĆØ il suo traguardo; sei polvere e polvere tornerai,Ā  questo l’anima non riguarda. Non al godimento, nĆ© al dispiacere, la nostra fine o via ĆØ destinata; ma ad agire, e che ogni domani ci trovi più oltre l’odierna giornata. Il lavoro ĆØ lungo e il Tempo scorre, e il nostro animo, benchĆ© prode e forte, come soffocato tamburo batte le marce funebri fino alla morte. Nel campo di battaglia del mondo, nel bivacco della Vita, ogni momento, non essere come muto bestiame! Sii un eroe nel combattimento! Non fidarti del Futuro, benchĆ© lusinghiero! Che il Passato seppellisca la sua opera! Agisci, agisci nel Presente che vive! Il cuore dentro, e Dio al di sopra! Le vite dei grandi ci spingono a fare delle nostre vite un portento, e, morendo, a lasciare dietro di noi le nostre impronte sulle sabbie del tempo; le impronte, che forse un altro, un fratello solo e naufragato, navigando sul maestoso mare della vita, vedendo, di nuovo si sentirĆ  rincuorato.